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“...Alla dodicesima luna dell’anno, durante il mese di Dicembre quando la neve avvolge la terra come in un manto e si ammazza il porco, Bard insieme allo gnomo si recò nella zona dell’Orsa chiamata Sagittario e lì incontrò il Cervo e lo conobbe. Imparò come le corna del cervo a indurire il suo cuore in autunno lasciandolo cadere nel regno dei morti e ad aspettare trepidante, a primavera il primo palpito della rinascita. La Quercia gli raccontò dei tempi in cui nascevano gli dei e quando gli stessi uomini prima di essere tali furono querce. Quando attraverso i suoi rami gli dei scendevano dal Cielo sulla Terra per poi risalirvi e sotto i suoi rami frondosi si rendevano sacrifici a Zeus, il padre degli dei...”
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CERVO
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Nome volgare: Cervo, Nome scientifico: Cervus elaphus Famiglia: Cervidi Ordine: Artiodattili Classe: Mammiferi
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DESCRIZIONE SCIENTIFICA
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Il cervo è il più grande mammifero italiano: può arrivare ai 2,5 m. di lunghezza. Alto alla spalla fino a 1,5 m. può pesare anche più di 2 q. I gruppi di maschi tendono a vivere isolati da quelli delle femmine e dei piccoli. Il cervo è un ruminante, ha sensi acuti, notevole agilità malgrado le dimensioni e abitudini per lo più crepuscolari. In d'inverno riesce a cibarsi anche di aghi di conifere e di eriche.
Habitat: Pur non essendo un animale tipico della montagna, il cervo si adatta bene alle foreste delle Alpi, e arriva in estate anche oltre il limite della vegetazione arborea. È un animale principalmente associato ad ambienti di boschi aperti inframmezzati da distese di prateria Diffusione: è diffuso in quasi tutta Europa con alcune zone di discontinuità. In Italia è individuabile un vasto areale alpino che va Cuneo a Udine senza soluzione di continuità.
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DESCRIZIONE SIMBOLICA
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Nelle culture indoeuropee il cervo è simbolo di Purezza e di luce, “i suoi piedi stanno sulla terra ma le corna raggiungono il cielo”, è il tramite fra il cielo e la terra. Il cervo viene a volte paragonato all’Albero della Vita per le sue alte corna; il rinnovamento periodico delle corna è l’immagine arcaica della fecondità e del rinnovamento ciclico di nascita/morte.
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QUERCIA
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Nome comune: Farnia Nome scientifico: Quercus robur Aspetto: Albero
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DESCRIZIONE SCIENTIFICA
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Altezza: fino a 35 metri Particolarità: è una pianta molto longeva che raggiunge i 500 anni. I frutti sono le ghiande.
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DESCRIZIONE SIMBOLICA
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La farnia (quercus robur) era l’albero sacro a Giove, suprema divinità dell’Olimpo. Rappresentava l’asse del mondo, axis mundi, punto di incontro verticale del Cielo con la Terra, ossia della Forza Spirituale con quella Materiale. Gaio Plinio Secondo, detto il Vecchio, naturalista latino, (23-79 d.C.) nel suo Naturalis Historia affermava che il termine druidico per indicare la quercia aveva lo stesso etimo di saggio; infatti i Druidi erano definiti come “uomini di quercia” ossia saggi e forti.
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CASTAGNO
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Nome comune: Castagno Nome scientifico: Castanea sativa Aspetto: Albero
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DESCRIZIONE SCIENTIFICA<
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Altezza: fino a 30 metri Particolarità: I frutti, le notissime castagne, sono state l'alimento base per le popolazioni delle nostre montagne perché ricche di nutrienti. Sono racchiuse in un riccio, che deriva dalla trasformazione della capsula che racchiude il fiore femminile.
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DESCRIZIONE SIMBOLICA
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È originario dell’Iran e ha una facilità ad acclimatarsi in ogni regione del nostro continente. È il simbolo della Previdenza perché dà nutrimento all’uomo durante il periodo invernale. Nell’Alto Medioevo le castagne furono una fonte alimentare sostitutiva del grano, ma venivano considerate anche cibo per i morti, al pari delle fave e dei ceci. In Brianza si consumavano lesse sia alla Festa di Ognissanti sia alla Festa della Giubianna.
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